Agrimony: "tra maschere e ferite del cuore"

Autore: Stefania Tamburini

Quando abbiamo bisogno del fiore Agrimony?

Quando si è in scompenso Agrimony, non si vuole entrare in contatto con tutte le emozioni che una situazione mette in moto in noi perché, se una determinata situazione mette in atto emozioni considerate ‘negative’, come la rabbia, l’ira, la frustrazione, ci giudichiamo, ci sentiamo a disagio con queste emozioni sentendoci inadeguati rispetto a queste.

Come se essere arrabbiati ci rendesse persone non meritevoli. Questo è uno schema spesso attivato dalla ferita del rifiuto, che attiva la paura di non essere amati se non manifestiamo solo la parte ‘buona’ di noi, come se noi dovessimo provare solo emozioni cosiddette ‘positive’.

Allora cosa facciamo? Ci raccontiamo che, qualsiasi cosa sia successa, va bene così, ‘non c’è problema’.
Ecco perché si dice che Agrimony resta in superficie, non per superficialità, ma perché ammettere a noi stessi che proviamo emozioni così ‘brutte’ ci mette a disagio, ci fa sentire inadeguati perché ci giudichiamo attraverso queste emozioni.

Un Agrimony non vuole entrare in contatto con quella parte di se per esempio arrabbiata perché, se ammettesse di esserlo, non si sentirebbe una brava persona.

Ma in questo modo non ci possiamo prendere cura di quella parte di noi che, attraverso queste emozioni, ci vuole comunicare un disagio, una ferita da sanare. Allora ci si infila un bel sorriso, ci si racconta che non c’è nessun problema, che va tutto bene così e via!

L’assunzione di Agrimony ci sostiene nel farci percepire tutte le emozioni che una determinata situazione scatena in noi, ma proprio tutte, evitando di giudicare queste emozioni e noi stessi.

Questo ci permette di evitare di giudicare anche le atre persone e le loro manifestazioni accettando persone e le situazioni per come sono ed imparando a far emergere il nostro buio accogliendolo ed integrandolo senza più averne paura.

Stefania è Omega Coach, Operatore Olistico, Reiki 3° livello, Aromaterapeuta e Tutor del percorso "L'Essenziale in gocce"

 

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